Il Castello di Babbo Natale a Maenza diventa, se possibile, ancora più inclusivo. Merito dell’associazione culturale “La Macchia”, che qualche mese fa ha ottenuto tramite la partecipazione ad un bando la gestione del castello baronale di Maenza per tre anni e che come prima iniziativa ha deciso di realizzare un progetto ambizioso, il “Castello di Babbo Natale”, che nelle prime tre settimane di iniziativa ha portato oltre 2.500 visitatori nel piccolo borgo, grandi e piccini ad ammirare la bellezza dei luoghi addobbati con i colori natalizi e con la magia di queste festività.
Oltre ad essersi premurati di rendere il castello baronale di Maenza accessibile anche a chi soffre di disabilità fisica e motoria, i responsabili del sodalizio setino hanno pensato anche a chi soffre di disturbi cognitivi, soprattutto i bambini autistici. Per questo motivo, su segnalazione di una visitatrice, ci si è messi all’opera per dotare le stanze del castello di simboli pittografici. E’ lo stesso presidente dell’associazione culturale “La Macchia”, Gianluca Panecaldo, a spiegarne i dettagli: “I bambini autistici hanno grosse difficoltà ad integrarsi con i nuovi ambienti, quelli che non conoscono. Il loro cervello spesso non riesce ad accumulare tutte quelle novità e rischiano di andare in crisi. Con questi cartelli, posti all’ingresso di ogni stanza, invece, sapranno cosa li aspetta dietro le porte, un modo molto semplice e di facile intelligibilità che gli permette di entrare senza alcun tipo di stress”.
I pittogrammi utilizzati sono di proprietà del governo di Aragona e sono stati creati da Sergio Palao per Arasaac (Centro Aragonese di Comunicazione Aumentativa e Alternativa), che la distribuisce con “Creative Commons Licence”, mentre la restante parte proviene dal software Boardmaker v.6, che permette di progettare e realizzare, attraverso i simboli Pcs, materiale cartaceo proprio per sviluppare questa comunicazione: “E’ un piccolo gesto – ha aggiunto il direttore artistico Pierluigi Polisena – che però abbiamo deciso di fare perché ognuno dei visitatori ha diritto di sentirsi a proprio agio”.
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