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ASDEMC “La Macchia”

11119153_825149740899939_8602175661648047113_nPer salvaguardare e promuovere l’ingente patrimonio ambientale, culturale ed enogastronomico dei singoli territori e valorizzare la cultura e le produzioni rurali molti soggetti, istituzionali e non, da anni hanno avviato iniziative di supporto sostenendo, quando non addirittura promuovendo in prima persona, il mondo dell’associazionismo, impegnato in questa direzione. Questo perché l’intero comparto, e delle identità alimentari in particolare, nella sua estrema varietà, diffusione, articolazione, numerosità ed eterogeneità di attori, che attiva e coinvolge quotidianamente, sta assumendo una rilevanza significativa per l’Italia, prefigurando potenzialità e prospettive di ulteriore crescita e sviluppo. Le valenze peculiari del sistema agroalimentare nostrano consentono, quindi, sempre più di parlare di una risorsa strategica per l’economia italiana, in grado di produrre risultatati significativi in diversi settori (agricoltura, artigianato, ambiente, turismo), in una logica di sviluppo integrato, non solo locale, e proiettando i valori del Made in Italy di qualità nel più ampio contesto competitivo internazionale.

Tali premesse rendono comprensibile l’attenzione che il mondo delle tipicità italiane suscita da parte di diversi interlocutori, attori e spettatori che, a vario titolo e con diversi interessi, gravitano in questo piccolo grande universo. Essi si distinguono per il carattere volontario del lavoro dei soci, per il loro radicamento e la loro articolazione capillare sul territorio, per l’attenzione alle peculiarità locali. Nell’arco degli ultimi venti anni si realizza un vero e proprio cambiamento epocale. Come non far riferimento, allora, al movimento internazionale Slow Food (1986) con le sue manifestazioni più riconosciute (Salone del Gusto, Cheese, Slow Fish, Terra Madre), ma anche ad alcune associazioni di Comuni, quale le Città del Vino (1987), non solo la più numerosa (598 soci), ma una tra le più attive e attente alle grandi tematiche, che non riguardano in modo esclusivo il mondo del vino, ma più in generale la gestione del territorio e il governo dei processi di trasformazione e di sviluppo, senza minare la qualità della vita dei territori stessi e la sostenibilità delle produzioni.

E ancora, le altre analoghe associazioni di Comuni nate successivamente (Città dell’Olio, del Pane, del Tartufo…), che si richiamano alla comune identità di un prodotto o di una filiera. E come non ricordare il Gambero Rosso, il Touring Club Italiano, il Movimento Turismo del Vino (1993), la Fondazione Qualivita e la Fondazione Symbola per le qualità italiane (2006). Lo stesso vale per le associazioni agricole (Coldiretti, Cia, Confagricoltura) e/o di produttori. Non meno importante il ruolo di promozione svolto proprio dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dalle Regioni, Province, Comuni e Comunità Montane, e ancora il ruolo dell’INEA, dell’ISMEA, Buonitalia SpA, degli Enti regionali di Sviluppo Agricolo, senza dimenticare Unioncamere, Federalimentare, ICE. Da non sottovalutare, in ultimo, il crescente ruolo della tipicità nella grande distribuzione Dai Sapori delle Regioni (SMAAuchan) ai Piaceri italiani (CRAI), a Terre d’Italia (GS), a Sapori & dintorni (Conad), fino all’accordo commerciale Coop – Slow Food, che offre ai piccoli produttori uno sbocco commerciale rilevante. Di fronte a questo panorama, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), a venti anni di distanza dalla nascita delle prime “reti” di enti o privati, ha sentito l’esigenza di coordinare e mettere a sua volta in rete le varie Associazioni d’Identità dei Comuni, dando vita a Res Tipica (2007), per promuovere politiche e azioni di tutela, valorizzazione e promozione legate alle identità locali.

Le Associazioni di Identità rappresentano, quindi, uno dei principali strumenti attraverso cui sostenere le specificità territoriali, facendo leva sulla creazione e sulla forza di un network e diffondendone il loro valore anche oltre i confini locali, per raggiungere un pubblico nazionale e internazionale. Dei circa 2.200 soci delle numerose e articolate Associazioni di Identità, ben 1.700 sono comuni. Gli enti locali “più prossimi” al territorio hanno nel tempo compreso l’importanza di costruire e gestire insieme servizi di visibilità d’immagine, marketing e accoglienza, anche attraverso l’ausilio di esperti che collaborano con le Associazioni di identità per definire un’offerta locale adeguata e attrattiva sul territorio.

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